martedì 1 dicembre 2009

Legambiente for Copenaghen 2009


Dal 7 al 18 dicembre prossimi i rappresentanti dei governi di tutto il mondo si riuniranno a Copenhagen per decidere del destino nostro e dei nostri figli, il destino del nostro pianeta. L'occasione sarà la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima; ma cosa rende questo appuntamento tanto speciale?

Punto primo: il tempo.
Dobbiamo dimenticarci le lezioni imparate alla scuola dell'infanzia sulla longevità della terra e le immense risorse che questa ci offre. Le risorse per la nostra sopravvivenza esisteranno se cominciamo a fare qualcosa per preservarle, altrimenti saremo "sempre più vicini ad un suicidio collettivo" (José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea).
Secondo gli studi del britannico Met Office continuando su questa strada andremo incontro ad un innalzamento delle temperature medie globali di 5,5-7,1°C entro il 2100. Ciò metterebbe a rischio estinzione un quinto delle specie animale e creerebbe una penuria d'acqua che potrebbe interessare fino a 2 miliardi di persone, senza contare la qualità della vita che si prospetterebbe a causa di acque inquinate, gas serra, scarsità di combustibili fossili, ecc.
"I negoziati sono di una lentezza glaciale" denuncia Ban Ki-moon, segretario generale dell'ONU. Ecco, non è più il tempo dei tentennamenti, non c'è più nulla da negoziare, non c'è più margine per salvaguardare gli interessi dei pochi su quelli dei molti. Se non si decide ora e se non si agisce "early and fast" più presto che tardi non ci saremo più nemmeno noi.

Punto secondo: i partecipanti.
Conseguenza di quanto già detto, la conferenza di Copenhagen vedrà come partecipanti, ma anche promotori interessati (come dovrebbero esserlo tutti!), Paesi che non hanno ratificato il precedente Protocollo di Kyoto o non ne hanno rispettato le direttive. Stati Uniti, India, Cina sono responsabili del 40% delle emissioni mondiali di gas serra e in vista di questo incontro che rappresenterà un crocevia per l'intera umanità hanno già avviato politiche volte allo sfruttamento di energie rinnovabili e alla riduzione di emissioni inquinanti come nuovo motore delle loro economie.

"Possiamo essere una generazione che unisce le forze per gli interessi comuni degli esseri umani [...] che potremo raggiungere solo riconoscendo che tutte le nazioni hanno dei diritti, ma anche che tutte le nazioni hanno delle responsabilità" (Barack Hussein Obama, 44° presidente degli Stati Uniti).

Ecco dunque che come cittadini noi tutti dovremmo fare pressioni sui nostri governi e sui nostri rappresentanti affinchè cooperino in questa fase al massimo delle loro possibilità per una rapida ed efficace stesura del trattato perchè siamo in ballo tutti e più di noi il concetto di futuro così come ci piace pensarlo.

1 commento:

  1. Il 12 dicembre alle ore 14 Legambiente Cremona ha organizzato una biciclettata per le vie della città...Vi faremo fare il percorso.

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